L’AGGRESSIONE
Conoscere le motivazioni e le caratteristiche di un aggressore sono alcuni degli aspetti affrontati da molti psicologi di criminologia investigativa per arrivare a capire la tipologia delle violenze e il modus operandi del “cattivo”. E' uno studio molto complesso, soggetto a continui approfondimenti da parte degli esperti in materia.
Non basterebbero mille articoli per comprendere la vastità e le sfumature di ciascuna delle cose delle quali acceneremo brevemente, ma nonostante la pluralità e la difficoltà dell'argomento volevamo darvi un'idea generalizzata.
Nel retaggio comune l'aggressore viene spesso incasellato come uno sconosciuto che appare all’improvviso e la vittima viene immaginata costretta a rifugiarsi in un vicolo buio, senza via di scampo e totalmente in preda al terrore più assoluto. Basti pensare ai numerosi film polizieschi o dell’orrore dove si vede una presunta preda che corre in maniera forsennata in cerca di salvezza, con negli occhi la figura agghiacciante di un assassino sconosciuto, il quale la insegue per ucciderla. Un classico.
Ecco il primo ostacolo da superare, lo stereotipo umano dinanzi all'idea di un aggressore. Se pur vero che tale idea sia veritiera purtroppo non sempre è così. Le statistiche di cronaca informano che solo una piccola parte delle minacce avvengono da parte di sconosciuti.
La realtà è che la maggior parte delle aggressioni sono messe in atto da persone in qualche modo conosciute alla vittima, magari presunti “amici”, a volte persone vicinissime (parenti acquisiti, cugini, zii e quant’altro) o addirittura facenti parte del loro stretto ambito familiare.
Fortunatamente esistono centri assistenziali specializzati, dove psicologi e professionisti mettono la loro esperienza, pazienza e aiuto a disposizione di chi voglia rendere pubblici tali abusi, ma non è semplice, da parte delle persone lese, avvicinarsi ad essi. Mille paure nascono nella mente di chi è soggiogato da tali violenze, non dimentichiamo che le persone da denunciare sarebbero a loro care.
Tali soprusi spesse volte si possono trasformare in un evento drammatico, ad esempio quando una situazione già incancrenita da mesi o anni di intimidazioni e violenze incontra una qualsiasi variante (ad esempio la vittima che tenta di ribellasi) la situazione si potrebbe evolvere in una risposta più violenta e a volte mortale da parte dell’aggressore. La cronaca quotidiana lo racconta troppo spesso, purtroppo.
Nonostante esistano casi atipici è possibile identificare alcuni di queste aggressioni, vediamone alcune.
Aggressione accidentale, è il tipo di aggressione che potrebbe essere scaturito in conseguenza ad un grave litigio in famiglia, dove un pesante diverbio, alimentato da anni di ripicche e malcontenti, si trasforma in tragedia. Lo stesso potrebbe avvenire dopo un diverbio tra automobilisti per banali motivi di traffico (un clacson che infastidisce, la lentezza di chi si ha davanti nel ripartire dopo una sosta, una mancata precedenza). Nonostante l’inezia dell’accaduto chi subisce questi eventi potrebbe alterarsi fuori controllo e reagire in maniera esagerata.
Le motivazioni di tale risposta feroce potrebbero essere l’accumulo di un elevato stress, piuttosto che problematiche psicologiche del soggetto che da in escandescenza. Magari in condizioni abituali non avrebbero particolari tendenze violente, ma potrebbero diventare degli assassini occasionali e fuori controllo.
Se avete visto il film "Un giorno di ordinaria follia" con Michael Douglas vi aiuterà a capire quanto sopra.
Aggressione volontaria e premeditata, in questa tipologia rientrano la rapina a mano armata, il sequestro, stalking, aggressione in “branco”.
Queste aggressioni sono estremamente pericolose perchè generalmente sono messe in atto da professionisti del crimine che tendono a programmarle a volte sino al minimo dettaglio, questo per ridurre a zero i rischi di fallire nei loro intenti.
Nel caso ci dovessimo trovare di fronte ad un rapinatore dovremmo ricordare che la sua finalità primaria è quella di derubarci di un valore, non quello di farci del male. L'aggressione non è il fine, ma il mezzo per raggiungere il fine.
Bisogna comunque ricordare che sono persone pronte a tutto per raggiungere il loro scopo e se non riuscissero ad ottenere ciò che vogliono potrebbero trasformarsi in assassini. Quindi, di fronte ad una individuo armato sarà meglio non improvvisarsi eroi, ma consegnare al rapinatore quello che pretende da noi.
Ai nostri allievi diciamo sempre che la vita è un bene prezioso, superiore a qualsiasi bene materiale, quindi evitare lo scontro sarà quasi sempre il metodo migliore per uscire incolumi da una brutta situazione. Infatti, spesso i risvolti delittuosi di una rapina possono nascere da una reazione sbagliata o avventata da parte della vittima.
Esiste poi la tipologia dei malviventi casuali, rapinatori occasionali, quei soggetti esagitati che impugnata un'arma si buttano in una rapina mossi dalla disperazione di dovere raccimolare qualche soldo per sbarcare il lunario. Solo un piccolo movimento da parte della vittima potrebbe far reagire in maniera sconsiderata l'aggressore.
Nel caso dello stalking la vittima viene letteralmente perseguitata da qualcuno che li ha presi di mira, il persecutore potrebbe essere sia una persona conosciuta sia una figura mai vista prima.
L'assillo da parte dello stalker è talmente forte da creare nella vittima stati di ansia, di soggezione, di terrore acuto, sino a indurle a temere per la propria incolumità fisica o quella di persone care.
Dello stalking ne sono vittime soprattutto le donne e nel maggior parte dei casi è frutto di una precedente relazione ormai conclusa, solitamente ex compagni di vita che non hanno accettato la fine del rapporto. Ma lo stalking non è esclusiva solo di rapporti amorosi, secondo una statistica diffusa si parla di una percentuale pari al 25 per cento che riguarda l'ambito condominiale e un 15 per cento riscontrabile in ambienti di lavoro.
Se la situazione degenera si possono assistere a atti di violenza sulle vittime di stalking. Il consiglio è quello di denunciare il perseguitatore appena ci rende conto che la situazione non rientra più nella normalità o quando i nostri tentavi di dissuaderlo non siano andati a buon fine.
Sequestro di persona, è un argomento molto complesso, ma brevemente consiste nel privare un individuo della propria libertà personale per un fine estorsivo, solitamente tale crimine è consumato al fine di procurarsi con il riscatto della persona sequestrata di un ingente somma di denaro. Oppure ci sono casi di sequestro fatti a fini politici per arrivare ad uno "scambio" per liberare qualche detenuto in cambio della libertà del sequestrato. Ancora possono essere messi in atto sequestri di persona per mano di maniaci che prelevata la vittima la segregano in luoghi lontani e introvabili, a volte per un tempo breve a volte per lunghi anni .
Aggressioni a sfondo sessuale, non esiste una sola ragione che spinga un individuo allo stupro. Alla base potrebbero esserci disturbi emotivi, dissolutezza, stato mentale alterato da droghe o alcol, bisogno di dimostrare la propria superiorità, incapacità di interagire correttamente nei rapporti umani e mille altre motivazioni.
Sicuramente la rabbia soffocata e incancrenita del soggetto violentatore è alla base di una violenza a sfondo sessuale, Tanto che tali vicende sono caratterizzate da una brutalità disumana, spesso viene usata molta più forza fisica di quanta ne sarebbe necessaria per sopraffare e sottomettere la vittima. Proprio come se l'atto servisse a liberare il criminale da una rabbia soffocante e debilitante.
L'aggressione sessuale per questa categoria di depravati appare più come una cosa impulsiva che premeditata.
Abbastanza spesso la spinta a commettere atti di questo genere può essere determinata dal rapporto problematico con una donna di rilievo nella vita dell'aggressore (la madre, la convivente, la moglie, la fidanzata).
In sostanza lo stupratore rivede nella vittima l'effettiva persona contro la quale nutre sentimenti guasti e sulla quale vorrebbe (ma non riesce) sfogare la propria rabbia, mentre gli risulta più facile farlo con una sconosciuta, un atteggiamento meschino e malato.
L'appagamento deriva dal liberare la propria ira piuttosto che dal piacere sessuale vero e proprio, è come se infligessero con le loro bassezze una vera e propria punizione.
Esistono poi quei soggetti che agiscono per sadismo. L'aggressore riceve soddisfazione e piacere dall'abusare, sottomettere, dominare, disprezzare la propria vittima. Il suo atto violento è volontario, premeditato e schematizzato. Prova un piacere smodato a vedere qualcuno soffrire a causa delle sevizie da lui perpetrate.
Poi ci sono i violentatori "opportunisti", quelli che approfittano di una situazione comoda e consumano la violenza solo perchè ne hanno l'occasione. Non è raro che dopo una rapina uno dei malviventi sfoghi il suo istinto animale sulla stessa vittima rapinata, anche se non era l'intento primario.
Spesso si assiste a violenze fatte in "branco", in questi casi gli stupratori si incitano a vicenda e compiono il disumano rituale come se fosse una sfida tra loro per dimostrare chi è il capo branco più resistente e feroce. E' una dimostrazione di forza, per questo motivo un componente del gruppo che non voglia compiere l'atto sessuale difficilmente oserà tirarsi indietro, la derisione e la paura di essere abbandonato dal branco sarebbero più forti della poca coscienza personale.
Aggressione per mano di psicopatici, sono minacce concrete da parte di individui con patologie precise che sentono la necessità di creare eventi disastrosi e immotivati, possono essere casi limitati oppure seriali, i purtroppo famosi serial killer, che agiscono con schemi precisi e duraturi nel tempo, firmando la scena del crimine con indizi sempre uguali che potrebberro portare a svelare la loro identità.
Aggressioni che avvengono da parte di fanatici, attentati o aggressioni fattea fini idealistici o sociali o politici, ad esempio atti di terrorismo o sabotaggio o massacri di massa.
La domanda comune è: "Come comportarsi per prevenire queste aggressioni?".
Il primo suggerimento è quello di non adottare mai un atteggiamento di allerta “bianca”(vedi condizioni mentali) e di non sottovalutare mai nessuno, nemmeno chi crediamo di conoscere bene, il che non significa vivere nella paranoia, ma vuol dire semplicemente essere attenti, senza tendere a dare nulla per scontato.
Senza voler creare inutili allarmarsi oggi giorno vivere con la mente “altrove” è pericoloso. Non bisogna diventare guardinghi e ossessionati, ma sarebbe utile stare con i piedi per terra, dando un occhiata attenta a ciò che ci sta intorno. Una sorta di “prevenzione”, in sostanza cercare di riconoscere il nemico da lontano.
Di solito, l'aggressore dei nostri giorni è una persona che non ama rischiare, spesso ha bisogno di sostanze stupefacenti o di ingollare grandi quantità di alcol per avere la determinazione ed il coraggio di compiere atti criminosi, e difficilmente sarà sprovvisto di un'arma, oppure potrebbe essere accompagnato da un complice o nella peggiore delle ipotesi entrambe le cose.
Come detto, più volte, l'aggressore di questo tipo cerca una vittima facile e non qualcuno con cui confrontarsi in forza e abilità o che lo possa ostacolare nel mettere a segno le sue malvagie intenzioni.
Per questo l’aggressore cercherà proprio qualcuno in “allerta bianca". Diventa per questo fondamentale non dare l’idea essere smarriti, deboli o svampiti, saremmo un bersaglio ideale.
Molti attacchi sono preceduti da pedinamenti, che possono essere di breve durata o veri e propri appostamenti fatti per studiare le abitudini della vittima
Altri delinquenti adescano il soggetto con una sorta di pretesto e guadagnata una certa fiducia agiscono all’improvviso, senza dare modo di farsi scoprire nelle intenzioni. Molti aggressori, infatti, usano proprio il dialogo come prima arma.
Considerando quest’ultimo caso se siamo allertati e pronti a cogliere i primi segnali del rituale del nemico è possibile che non verremmo scelti come bersaglio.
L’aggressore usa un rituale ben preciso e utilizza il linguaggio del corpo insieme a quello verbale, che viene usato generalmente come trucco diversivo verso la vittima, allo scopo di aumentarne la vulnerabilità. Se riuscissimo a decifrarlo e ad agire, potremmo avere il tempo di scappare.
Ecco che si ripresenta uno dei punti sul quale poniamo molta attenzione, per accorgervi dei rituali e dei trucchi del vostro futuro aggressore, dovete essere in uno stato mentale allertato e con gli occhi bene aperti, altrimenti ne subirete le conseguenze.
Se l'intento è la rapina o la violenza carnale “l'intervista” del criminale alla sua vittima avrà un carattere "disarmante" o incidentale, potrebbe ad esempio chiedervi se è da molto che aspettate il pullman, se avete l’ora esatta, potrebbe chieder delle indicazioni stradali e così via. L'aggressore in questo modo tenta di sviare l'attenzione della vittima prima di sferrare l'attacco.
Se invece l’intento del delinquente sarà quello di far del male al prossimo in maniera totalmente gratuita il dialogo sarà certamente più minaccioso e i toni arroganti, sarà facile ricevere da parte dell’aggressore insulti, accuse infondate (tipo:”perché continui a fissarmi, cerchi rogne?”, sguardi carichi d’odio e cose del genere. Anche in questa tipologia il dialogo viene utilizzato per spostare l'attenzione della vittima prima di piombarle addosso, e più il crimine da commettere sarà brutale tanto “l’intervista” sarà ingannevole, premeditata e diretta.
Ci sono poi certi assassini o violentatori i quali adescano le loro vittime con periodi lunghi di corteggiamento, dialogando con loro su Social Network, oppure mostrandosi galanti inviando fiori o inviti per cene romantiche, ma lo scopo è meschino e tutt’altro che amorevole.
Per tutti i casi di aggressione di solito vengono scelti luoghi isolati e tranquilli come parchi, garage, vie secondarie e poco illuminate, androni dei condomini, per poter muoversi con un margine di protezione alta.
Spesso il malvivente sceglie la propria vittima in un locale e poi le pedina fino ad arrivare in una zona adatta per compiere impunemente l’aggressione.
Seguendo una donna l’aggressore attenderà che la stessa si addentri in un garage appartato e colpirà nel momento in cui lei cercherà di entrare in macchina.
E' in momenti come questi che anche persone normalmente vigili abbassano la guardia, magari solo per qualche secondo. Questo è quello di cui il malvivente ha bisogno. Spesso chi attacca attraversa l'intero parcheggio senza essere notato e aggredisce in modo così rapido che nemmeno altre persone eventualmente presenti si accorgono di quanto stia accadendo.
In questi particolari momenti, quindi, occorre essere particolarmente attenti. Evitare di cercare le chiavi nella borsa, ma presentarsi davanti all'auto o alla porta di casa avendole già in mano. Una volta che siete saliti sulla vettura bloccate subito la serratura. (vedi “atteggiamento psicologico”).
Di fatto un aggressore tenderà a voler “sorprendere” la vittima in un agguato, in questi casi è molto importante seguire il proprio istinto e sviluppare le proprie capacità di lettura dei segnali del corpo. Anche per i malviventi più bravi a mascherare le proprie intenzioni è molto difficile nascondere i segni sprigionati dall'adrenalina prima dell'attacco, una sudorazione accentuata ed evidente, un movimento rapido degli occhi, un cambiamento di espressione, o nel tono della voce, possono far presagire l'aggressione.
Se l’effetto sorpresa fallisse l’aggressore potrebbe decidere di operare in due modi, uno potrebbe essere quello di rinunciare, cercando una vittima più vulnerabile, l’altro di scegliere comunque di attaccare.
In ogni caso tendenzialmente la minaccia si manifesta in modo aggressivo e devastante, creando l’effetto tunnel (vedi l’articolo “paura”) nella vittima designata, spesso la vittima viene assalita da parole terrificanti, ad esempio “Se non mi dai i soldi ti ammazzo davanti a tutti” o cose del genere.
In certi casi alcuni aggressori, anche se hanno ottenuto quanto richiesto, passano comunque a compiere la violenza,colpendo la loro vittima. In alcuni casi l'attacco sarà minimo, con il solo scopo di intimidire ulteriormente, oppure per essere certi di non essere inseguiti, in altri casi purtroppo la furia del delinquente non si arresta facilmente.
Alcuni aggressori abituali, poi, saltano completamente il rituale delle minacce, passando all'azione subito dopo avere distratto l'attenzione della vittima designata. In questo caso colpiranno subito in modo inatteso ed energico lasciando il malcapitato riverso al suolo. In casi come questo l’unica possibilità di difesa sarà quella di contrattaccare in maniera veloce e cruenta.
Conoscere però queste tipologie, che il più delle volte non vengono neppure menzionate nei corsi tradizionali di difesa, serve per sviluppare la capacità di individuare in maniera preventiva l'attaccante.
Il conoscere il comportamento di alcuni malviventi potrebbe dare la possibilità di evitare di imbattersi in loro.
Considerando quanto detto sin qui cercate di evitare ad ogni costo di avere un contatto troppo ravvicinato con soggetti dubbi, cercate di allontanarvi non appena i primi segnali del loro rituale d’attacco sia visibili.
Non fate mai avvicinare uno sconosciuto nella vostra zona intima, quella zona del corpo umano definita dagli studiosi di Prossemica (la scienza che studia i gesti, il comportamento, lo spazio e le distanze all'interno di una comunicazione sia verbale sia non verbale) come la zona personale, all’interno della quale è permesso l’accesso solo alle persone care o amici intimi.
Se non doveste riuscirci non vi rimane che agire prontamente e combattare per salvarivi. Infine, ricordate di essere sempre vigili e attenti, non abbassate mai la guardia!
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Ultima modifica: 28 maggio 2015